Privacy: le nuove regole di Apple e Google

L'app di Libero Mail è pienamente compatibile con le nuove regole di Google e Apple per il trattamento dei dati dell'utente

Fonte: Shutterstock
APP Mail

Il 2021 si è aperto all’insegna della privacy, con la ben nota polemica sulla nuova privacy policy di WhatsApp. Ma è stata poi Apple a scuotere il mondo delle app con iOS 14.5, che ha cambiato in modo sostanziale le possibilità per le applicazioni mobile di raccogliere e scambiarsi i dati degli utenti. Poco dopo è arrivata Google, con l’annuncio delle nuove funzionalità pro-privacy che saranno integrate nel prossimo Android 12, ormai in dirittura d’arrivo.

Di tutto ciò gli utenti hanno capito ben poco, mentre su Apple sono piovute le pesanti critiche del gruppo Facebook e di altri sviluppatori minori di app. La questione, però, è importante anche per chi le app le usa e non solo per chi le sviluppa perché, stringendo troppo sulla privacy, parte dell’esperienza d’uso deve essere sacrificata mentre allargando le maglie l’utente può essere tracciato finemente. Ma se è chiaro a tutti che la via di mezzo sarebbe l’ideale, non è chiaro a nessuno dove questa via di mezzo vada tracciata. Ecco, quindi, cosa ci possiamo aspettare nei prossimi mesi in fatto di privacy su iOS e su Android.

La nuova privacy di iOS

A partire da iOS 14.5, rilasciato da Apple a fine aprile 2021, le app non possono più tracciare il cosiddetto “Identifier for Advertising” (IDFA) senza prima chiedere il permesso esplicito agli utenti.
L’IDFA è un codice che identifica il dispositivo Apple (Mac, iPhone o iPad) e può essere usato per seguire il comportamento dell’utente nel suo passaggio da una app all’altra. Ciò vuol dire che, se una app ha il permesso di tracciare l’IDFA, può anche scambiare questo dato con altre app che hanno il consenso.
Questo è utile agli sviluppatori ai fini della somministrazione della pubblicità, oltre che per offrire una esperienza d’uso più ricca ed omogenea agli utenti.

La nuova privacy di Android

Al momento su Android non c’è alcun meccanismo simile al blocco del tracciamento dell’IDFA (non c’è neanche un vero e proprio IDFA, a dire il vero). Su Android le app devono chiedere all’utente in fase di installazione il consenso ad accedere a determinati tipi di dati (la posizione, i dati salvati sul dispositivo, i dati delle foto e dei video etc etc).
Con Android 12, che arriverà a fine estate o inizio autunno, verrà introdotto un nuovo “pannello” grazie al quale l’utente potrà capire in modo più semplice e immediato a quali dati accede ogni singola app. Da questa sezione sarà anche possibile cambiare i permessi concessi alle app, revocandone uno o più se lo si vuole.

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Come gestisce la privacy Libero Mail

Come tutte le app, anche Libero Mail ha bisogno di accedere ad alcuni dati dell’utente per funzionare correttamente.
L’app di Libero Mail per iOS è stata aggiornata prima del rilascio di iOS 14.5 ed è pienamente compatibile con il nuovo sistema di gestione dei dati, nel pieno rispetto della privacy degli utenti.
Anche l’app Libero Mail per Android è in linea con le raccomandazioni di Google e dichiara esplicitamente a quali dati ha bisogno di accedere per funzionare.

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